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MARCO FERRARI.

REFLECTIONS

Il riflesso ha in sé una matrice puramente scientifica, fisica: quella di essere un effetto, sotto forma di onde riflesse, di un’energia luminosa rinviata da una determinata superficie.

Ma il termine stesso, riflesso, nella sua accezione di un qualcosa che si manifesta e al tempo stesso produce una conseguenza, racchiude in sé e coincide con una capacità di reazione.

È in questo caso che all’elemento empirico, oggettivo, viene applicato un elemento individuale e soggettivo: il punto di vista.

È così che il riflesso diviene interpretazione del reale.

Un’immagine trasfigurata, surreale, che perde i connotati dell’oggettività per diventare altro.

Il riflesso diviene così il mezzo per cogliere e raccontare questa realtà altra, un flusso di coscienza per portare l’occhio e la mente a un altro livello, per cercare di tradurre in immagini il livello surreale che vi abita dentro.

Una pozzanghera, una vetrina, un laghetto di montagna, non ci sono soggetti preferiti o prescelti, è la realtà stessa, quotidiana, del tutto abituale che si presenta e si lascia osservare, facendo scattare la voglia di ritrarre questo mondo con ogni strumento.

Il risultato è un equilibrio estetico e narrativo, dove l’elemento di racconto prende le mosse dal viaggio, anche in questo caso “fisico”, per trasformarsi in un viaggio visionario, dove i confini non sono più quelli della realtà cosi come la conosciamo, ma sono i propri confini, quelli della propria mente. Grandi città o angoli nascosti, tutto diventa soggetto utile a mettere in scena la propria visione.

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