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VIVE LA LIBERTÈ

LA BATTAGLIA DI NORMANDIA: DAL D-DAY ALLA LIBERAZIONE DI PARIGI

La Battaglia di Normandia iniziò il 6 giugno del 1944 e si concluse il 25 agosto dello stesso anno con la liberazione di Parigi.

La più grande armata mai messa in piedi, imbarcata sulla più grande flotta della storia, attaccò all’alba del D-Day il Vallo atlantico, l’imponente sistema di difese fortificate tedesche a protezione del continente. a gettarsi nella mischia sulle spiagge del Nord della Francia furono le divisioni americane, inglesi, canadesi e polacche. al loro fianco le armate francesi dell’esercito libero di de Gaulle. Dall’altra parte l’esercito tedesco, ancora temibile ma in evidente stato confusionale davanti alla più grande invasione dal mare mai progettata da un esercito. Non lo aiutava di certo il numero estremamente ridotto di mezzi e uomini rispetto alla necessità: gli eserciti di Hitler erano infatti tutti a oriente a rallentare, in una vana lotta fino all’ultimo uomo, l’inesorabile avanzata delle armate russe. A supportare gli Alleati una volta sbarcati sul continente anche i partigiani francesi, non solo per aiutarli con azioni di sabotaggio, ma anche per infiammare le città contro le forze di occupazione tedesca e preparare l’arrivo delle truppe anglo-americane. Parigi incominciò la sua personale insurrezione il 19 agosto del 1944. Dopo una settimana di duri combattimenti e 1.500 caduti tra i rivoltosi, la città simbolo fu liberata e accolse i liberatori festante. Con gli eserciti tedeschi in fuga dalla Francia, la caduta di Hitler diventava solo questione di tempo. Partiva la grande corsa anglo-franco-americana per arrivare a Berlino prima dell’armata rossa di Stalin. e non solo per sconfiggere la Germania definitivamente: la posta in palio, infatti, era anche mettere in salvo il mondo occidentale dalla follia sovietica dopo quella razziale del Terzo Reich.

La fotografia di reportage e in particolare di guerra ha già raggiunto la piena maturità artistica con il Primo Conflitto Mondiale. A mancare, e succederà ancora a lungo, sono i nomi dei suoi autori. all’epoca, infatti, non usava firmare le foto, che venivano cedute ai quotidiani senza alcune limite di sfruttamento editoriale. A partire dagli anni ‘30, cioè dalla Guerra Civile Spagnola, l’autore diventa invece una nota essenziale, anche se non obbligatoria, della didascalia. Il primo principe riconosciuto della fotografia di guerra è Robert Capa, ricordato in tutto il mondo anche per le immagini che scattò prima nella Guerra di Spagna e poi nell’inferno normanno di Omaha beach, dove la fanteria americana venne inchiodata dal fuoco nemico al suo arrivo sulla spiaggia. Nella mostra non ci sono le sue immagini famose, ma quelle di molti altri fotografi rimasti sconosciuti, inquadrati nelle forze alleate o inviati di giornali e agenzie, che, come lui, documentarono il d-day, l’avanzata americana, la liberazione delle città francesi e la battaglia di Parigi.

Ai fotografi al seguito delle truppe alleate si aggiungevano poi i fotografi francesi, di cui si sa molto poco, che ripresero gli scontri tra partigiani e tedeschi nelle strade e le vendette sui collaborazionisti - gli uomini picchiati, imprigionati o giustiziati direttamente, le donne rasate a zero in piazza ed esposte al ludibrio e alla violenza della folla. Non tutti i fotografi francesi che documentarono la liberazione del paese erano però senza nome: a fotografare l’insurrezione di Parigi c’erano anche i fratelli Seeberger, che diventeranno famosi nel dopoguerra per le loro fotografie di moda. È del prezioso e pericoloso lavoro di tutti loro, sconosciuti o illustri, sempre condotto in prima linea e mai abbastanza celebrato, che la mostra si compone in un percorso narrativo che cerca di raccontare nello stesso tempo la storia della battaglia di Normandia, l’atmosfera drammatica di cui furono testimoni gli autori delle fotografie e le suggestioni iconografiche dell’epoca.

Alessandro Luigi Perna

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