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I BOLSCEVICHI AL POTERE

1917/1940 dalla Russia Rivoluzionaria al terrore staliniano

"Nascondere alle masse la necessità di una guerra rivoluzionaria disperata, sanguinosa, di sterminio, come compito immediato dell’azione futura, significa ingannare se stessi e il popolo …"

V. I. Lenin, settembre 1906

 

"Il fatto che [alla fine del 1917] la grande maggioranza della popolazione avesse ancora fede nella democrazia ed eleggesse [alla Costituente] rappresentanti dei partiti democratici anticomunisti determina il significato storico del golpe dell’Ottobre come sfida alla volontà del popolo, insurrezione contro la rivoluzione democratica".

V. S. Vojtinskij, dirigente rivoluzionario

poi tra gli architetti del welfare state in Germania e negli Stati Uniti

 

"Non vedete, compagni, che la cricca stalinista ha portato a termine un colpo fascista? Il socialismo resta solo sulle pagine di giornali colmi di menzogne. Stalin che odia furiosamente il vero socialismo è diventato come Hitler e Mussolini … Viva il 1° maggio, giorno di lotta per il socialismo".

Partito operaio antifascista, 1° maggio 1937

(Autore del testo Lev Landau, premio Nobel per la fisica nel 1962)

 

(Tratte da: L’Urss di Lenin e Stalin, Andrea Grazioli, edizioni Il Mulino)

In occasione del centenario della Presa del Palazzo d’Inverno a Pietroburgo il 7/8 novembre (25/26 ottobre secondo il calendario giuliano) 1917 da parte dei Bolscevichi, colpo di mano che ha dato inizio a uno dei regimi più violenti del ‘900 finito solo poco dopo la caduta del Muro di Berlino nel 1989, la mostra fotografica “I Bolscevichi al Potere. 1917 – 1940: dalla Russia rivoluzionaria al terrore staliniano” con circa 60 immagini provenienti da vari archivi storici internazionali (tra cui alcuni musei russi) ripercorre tappa per tappa, utilizzando lo stile delle fotonotizie dei giornali illustrati dell’epoca, la discesa all’inferno della società russa sotto il giogo della dittatura comunista. Il percorso si dipana dalla rivoluzione di febbraio al primo governo democratico, dal tentato golpe di Kornilov al colpo di mano della Rivoluzione d’Ottobre, dalla guerra civile alla nascita dell’Unione Sovietica, dalla morte di Lenin alla nomina di Stalin come successore alla guida del partito, dalle grandi purghe e deportazioni degli anni ’30 ai patti con Hitler e all’assassinio di Trotsky.

 

La mostra è realizzata all’interno del progetto History & Photography, ideato e curato da Alessandro Luigi Perna e prodotto da Eff&Ci – Facciamo Cose con l’obiettivo di raccontare la storia con la fotografia (e la storia della fotografia), valorizzare gli archivi storici fotografici e renderli fruibili al grande pubblico e ai più giovani. Alle scuole il progetto offre visite guidate, fotoproiezioni e l’innovativa possibilità, su richiesta e tramite connessione web al sito www.history-and-photography.com, di proiettare durante le lezioni in classe la selezione completa di immagini utilizzata per la mostra.

 

La Rivoluzione Russa è stata tante rivoluzioni insieme, cominciate nel marzo (febbraio secondo il calendario giuliano) del 1917 e finite con quella più famosa nel novembre (ottobre secondo il calendario giuliano) dello stesso anno quando i bolscevichi guidati da Lenin, Trotsky e Stalin presero d’assalto il Palazzo d’Inverno a Pietroburgo, sede del governo provvisorio in attesa che le imminenti elezioni insediassero la convenzione che avrebbe dovuto creare le basi istituzionali del nuovo stato repubblicano. A guidare il governo una coalizione interclassista - usando le categorie di Marx - di forze liberali, laiche, socialiste, populiste e radicali di centro-sinistra espressione della nascente società civile all’interno dell’impero zarista. Attori e protagonisti della caduta dello Zar, i partiti democratici e riformisti che ottennero le sue dimissioni e la fine dell’autocrazia non ebbero l’intelligenza, l’abilità politica e la forza caratteriale per fare fronte alla

montante aggressività del partito bolscevico e dei suoi alleati, i socialisti rivoluzionari di sinistra, che approfittarono della loro mancanza di determinazione per prendere il potere con un colpo di mano militare. A supporto della rivoluzione comunista c’erano molti operai e moltissimi contadini in nome dei quali il marxismo avrebbe dovuto trionfare per cambiare il mondo e renderlo un nuovo paradiso in terra. Ma le cose andarono subito diversamente.

 

Una volta insediatisi nella stanza dei bottoni, i Bolscevichi fecero lo stesso le elezioni pensando che sarebbe stato un plebiscito a loro favore. E invece le persero clamorosamente prendendo solo il 24% dei voti. Tra arrendersi all’evidenza e accettare la sconfitta e instaurare la dittatura i bolscevichi scelsero la seconda strada, in una sorta di consapevole delirio di onnipotenza, giustificato a posteriori dall’incredibile talento che scoprirono di avere nell’arte di governare con la violenza. La convenzione di conseguenza non iniziò mai ma in compenso cominciò subito la repressione, nella quale mostrarono una notevole e macabra capacità di inventiva e determinazione. Una volta sconfitte le forze riformiste - democratiche e quelle reazionarie, piegati e dispersi i ceti nobiliari e borghesi, instaurato uno strano regime fatto di classi, anzi di caste, in contrapposizione tra loro, paradossalmente furono proprio gli operai e i contadini a diventare

ben presto i più acerrimi nemici del nuovo potere e i suoi più strenui antagonisti.

 

La storia dei successivi 20 anni è quella di una lunghissima e ferocissima guerra civile, a volte combattuta con le armi, altre con le leggi, che intraprese il partito comunista russo per domare e definitivamente soggiogare proprio quegli operai e contadini che avevano creduto, a volte ingenuamente e a volte colpevolmente, nelle promesse del Marxismo e dei suoi carismatici rappresentanti rivoluzionari.

 

Alessandro Luigi Perna

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