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LUCI & CHIARORI NEL BUIO.

Fotografie di Franco Bacoccoli

Organizzata da EFF&CI – Facciamo Cose e curata da Federica Candela, l’esposizione si compone di foto a colori realizzate esclusivamente di notte. Franco Bacoccoli, giornalista rock, si è avvicinato alla fotografia solo recentemente. Inizialmente fulminato da Helmut Newton, successivamente ha imparato ad apprezzare i soliti sospetti: da Man Ray ad Henri Cartier-Bresson passando per Robert Doisneau, Robert Capa, Mario Giacomelli, Gianni Berengo Gardin, Bert Hardy, Elliott Erwitt, Alfred Stieglitz e Robert Mapplethorpe. Ma non sono i soggetti tipici di questi autori ne il loro stile ad aver ispirato Bacoccoli quando ha deciso di dare libero sfogo alla sua passione e al suo talento. Infatti ad avere avuto uno straordinario potere di attrazione su di lui sono stati i paesaggi urbani notturni, quasi sempre privi di presenza umana ma resi vivi dalle luci dei negozi, delle macchine, delle case in lontananza, dei lampioni delle strade.

Delle atmosfere notturne si è innamorato durante un viaggio a New York. Come lui stesso racconta: “Mentre giravo per la città sono rimasto affascinato dalle luci e dai bagliori delle notti di Brooklyn. Ho iniziato così a fotografare rigorosamente di notte”. Soggetti quasi esclusivi delle sue immagini sono le quattro città che più lo affascinano: Vienna, Londra, Milano e New York. Le visita in compagnia solo della sua fida reflex, tenuta sempre in un buffo tascapane dell'esercito svedese. Le sue incursioni urbane notturne durano in genere due giorni, o meglio due notti, nel corso delle quali stabilisce di visitare un certo numero di quartieri. Ma regole e programmi finiscono qua: poi, sul campo, esiste solo la casualità.

A comandare è la suggestione, la componente onirica, elementi fondamentali del suo lavoro. Il soggetto non conta. “Le luci che mi attirano  

–spiega– sono quelle che suggeriscono aloni di mistero, di solitudine, di immaginario.

Sono quelle in grado di evocare lontananze, di ritagliare spazi gentili di quiete nell’immobilità della notte”.

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