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ROBERTO SALVATORE SIRCHIA.

LA RICERCA DEL PARADISO

“ASCOLTA CON GLI OCCHI, PARLA CON LE MANI”

 

La nuova mostra del fotografo milanese dedicata alle persone colpite da disabilità e a chi cerca di supportarle e formarle per farle uscire dal loro isolamento fisico e mentale. L’esposizione si compone di 38 immagini stampate in analogico (quasi tutte in formato 30x40) tratte dal fotoreportage che l’autore ha realizzato tra il marzo e il maggio scorsi presso la scuola della Fondazione Giovanni e Irene Cova di Milano, dove ha seguito le speciali lezioni di Kristian, un adolescente che fin dalla nascita ha dovuto affrontare le difficoltà di chi nasce sordo e con un ritardo mentale. 

A seguire il ragazzo di 18 anni, che “ascolta con gli occhi e parla con le mani”, è Erminia Sciacca, la sua assistente all'autonomia e alla comunicazione. Ed è proprio lei ad aver proposto alla direzione della scuola Cova un percorso educativo-didattico individualizzato e personalizzato dal titolo “Le mie mani parlano…”. Un progetto formativo che ha come fine quello di immergere Kristian nel mondo dell’arte facendo così emergere tutta la sua creatività. La proposta è stata approvata dalla Fondazione, in quanto in linea con la storia dell’istituto che nel corso del tempo ha visto alternarsi nelle sue aule illustri esponenti dell’arte come Bruno Munari, Giò Ponti, Nanni Valentini, Carlo Zauli, Nino Caruso e Libero Vitali.

 

“Fonte di ispirazione del progetto -spiega Erminia Sciacca- proprio l’artista, designer e scrittore Bruno Munari che nei suoi scritti non solo ha sottolineato l’importanza del senso del tatto per conoscere la realtà ma ha anche rimarcato come l’arte visiva non vada solo raccontata ma anche sperimentata”. Sono state perciò mostrate a Kristian le opere di alcuni artisti sordi facenti parte del movimento artistico “De’ VIA” (movimento artistico nato nel 2010 con l’intento di far conoscere la cultura sorda nel mondo) e in particolare quelle dell’artista Nancy Rourke, che usa solo i colori primari, il bianco e il nero, per realizzare dipinti con cui racconta storie ed esprime le sue opinioni in una lingua che non sia solo quella dei segni. “Quindi -sottolinea Erminia Sciacca- è stato proposto a Kristian di sperimentare in prima persona l’arte attraverso l’uso delle mani, confrontandosi con i diversi materiali. Un’attività che ha permesso al ragazzo di sviluppare delle capacità di codificazione e rielaborazione che lo hanno trasformato in un vero e proprio artista, cioè in qualcuno che usa l’arte per esprimersi”.

 

Uno degli obiettivi del progetto sin dall’inizio è stato quello di far emergere la disabilità non come deficit ma come una risorsa. E perché questo avvenisse e fosse mostrato al mondo la scuola ha deciso di contattare Roberto Salvatore Sirchia, fotografo specializzato in street photography particolarmente bravo a cogliere la personalità emotiva dei suoi soggetti. E Roberto Salvatore Sirchia ha subito risposto all’appello. “Rendendomi però conto -sottolinea il fotografo- nel giro di breve tempo del fatto che i reportage sarebbero stati non uno ma due: il primo dedicato allo studente e l’altro alla stessa Erminia e al prof. Giacomo Viva, l’insegnante di Kristian che gli ha impartito le lezioni di ceramica. Cioè coloro che cercano di costruire, giorno dopo giorno, l'avvenire del ragazzo con fatica, passione, impegno, dedizione, conoscenza e soprattutto amore”.

 

Parlare a lungo con loro e in particolare con Erminia ha fatto capire a Roberto Salvatore Sirchia, che con la disabilità fino a quel momento non si era mai confrontato, in che direzione dovesse guardare: quella della speranza. E prendendo spunto dalla capacità di relazionarsi che hanno avuto gli insegnanti con il loro allievo ha impostato il suo reportage non come semplice foto-storia di come gli educatori di Kristian cercano di formarlo e supportarlo ma come testimonianza visiva di un continuo scambio di vedute, di dialoghi tra persone, indipendentemente dal loro ruolo formale. Un’idea che ha cercato in tutti i modi di trasmettere con le sue immagini.

 

“I fotografi che fanno reportage -spiega Sirchia- hanno due opzioni sulle quali poter lavorare quando trattano di questi argomenti: esasperare le condizioni della disabilità, mettere in risalto le difficoltà e le differenze oggettive, drammatizzando i fatti anche attraverso le stesse modalità di stampa – per esempio utilizzando deliranti contrasti - oppure restituire a questi uomini la dignità di essere persone, sottolineando quanta speranza c’è in un abbraccio, in un gesto, in un sorriso. Ho scelto quest'ultima opzione consapevole che questo era ciò che anche Erminia avrebbe sperato alla fine di questo percorso”.

Per me, la vita è il dono che Dio vi ha fatto.

Il modo in cui vivete la vostra vita è il dono che voi fate a Dio.

Fate in modo che sia un dono fantastico.

Leo Buscaglia

(dal libro, di cui è autore, “Vivere, Amare, Capirsi”, edizioni Mondadori)

Avete il pennello, avete i colori, dipingete il Paradiso e poi entrateci.

Nikos Kazantzakis

(dal libro di Leo Buscaglia “Vivere, Amare, Capirsi”, edizioni Mondadori)

La disabilità non è una coraggiosa lotta o il coraggio di affrontare le avversità. La disabilità è un’arte.

Un modo ingegnoso di vivere.

Neil Marcus

 

L'amore ha care le mani più di ogni altra cosa, per tutto ciò che hanno preso, fatto, dato, piantato, raccolto, nutrito, rubato, carezzato, sistemato, addormentato, offerto.

John Berger

 

Le mani hanno una storia, una cultura, una particolare bellezza.

 Rainer Maria Rilke

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